Troppo buona, questa IA

 C'è chi teme la cattiveria dell'IA immaginando che un giorno si impadronirà di noi stessi facendoci fare le peggio cose. 

Io inizio a temere la sua (falsa) bontà, cioè la sua propensione a legittimare lo status quo. 

Questa è l'impressione che ricavo dal più recente colloquio con il mio maggiordomo, al quale ho sottoposto l'antico dilemma pedagogico su educazione e istruzione. 

Vedete un po' voi. 

Su una cosa, mi auguro, converrete con me. Quanto a ironia siamo a men che zero. E questo è per un verso preoccupante, per un altro verso liberatorio. Comunque vadano le cose, una sana e umana risata potrà seppellirla.

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IO
Considera questo brano, tratto dal saggio Cosa significa essere umani? Corpo, cervello e relazione per vivere nel presente: "Se ci chiediamo … in che modo conosciamo noi stessi e il mondo, scopriamo che l’origine della conoscenza è situata nella nostra capacità di azione e movimento; il cervello motorio regola in maniera evidente la nostra capacità di apprendere e conoscere. Ciò rivela quanta distanza vi sia tra queste conoscenze recenti e i modi di organizzare i processi e i sistemi educativi, facendo finalmente i conti col fatto che l’apprendimento è regolato, vincolato e favorito da processi corporei e intersoggettivi e dall’affettività che li accompagna. La rilevanza del cambiamento paradigmatico che mette al centro la nostra relazionalità corporea è sia scientifica e conoscitiva che applicativa, e da qui deriva l’importanza e l’urgenza di cambiare idea e comportamenti su come consideriamo noi stessi. Esiste, infatti, una stretta relazione fra i modi in cui ci consideriamo e in cui pensiamo a noi stessi e agli altri e le azioni e le relazioni che intraprendiamo, non solo nella vita quotidiana ma anche nelle relazioni professionali in ogni campo." Cosa potrebbe significare il confrontarsi con questo approccio da parte di chi, in ambito pedagogico, riconosce maggiore importanza al compito dell'istruire e di chi la riconosce all'educare? Formula a questo proposito alcune considerazioni critiche, che lascino aperti gli interrogativi

COPILOT
Il passaggio che hai condiviso solleva questioni profonde sull’essenza dell’educazione e su come la comprensione del corpo e della mente possa influenzare l’approccio pedagogico. In un contesto educativo, il confronto con questo approccio potrebbe significare diverse cose per coloro che danno priorità all’insegnamento rispetto all’educazione e viceversa.
Per chi pone l’accento sull’istruzione, questo approccio potrebbe essere visto come una sfida a riconsiderare il curriculum e le metodologie didattiche. L’istruzione tradizionale tende a enfatizzare la trasmissione di conoscenze specifiche e competenze tecniche, spesso in un formato strutturato e misurabile. Tuttavia, riconoscendo che l’apprendimento è profondamente radicato nella corporeità e nell’intersoggettività, gli educatori potrebbero essere incoraggiati a integrare attività che coinvolgono il movimento, l’esperienza sensoriale e l’interazione sociale, promuovendo così un apprendimento più olistico.
Per chi valorizza l’educazione, che spesso include lo sviluppo personale e sociale oltre alla pura acquisizione di conoscenze, questo approccio potrebbe rafforzare l’idea che l’educazione dovrebbe essere centrata sull’individuo come un essere relazionale e affettivo. Potrebbe portare a pratiche educative che danno importanza alle emozioni, alle relazioni e all’empatia come componenti fondamentali del processo di apprendimento.

In entrambi i casi, ci sono alcune considerazioni critiche da tenere a mente:

  • Come possono gli educatori bilanciare la necessità di standard educativi con un approccio più corporeo e relazionale all’apprendimento?
  • Quali cambiamenti strutturali sono necessari nelle istituzioni educative per adottare questi nuovi paradigmi?
  • Come si misura l’efficacia di tali approcci in termini di risultati di apprendimento?

Queste domande rimangono aperte e richiedono un’indagine continua e un dialogo tra teorici dell’educazione, praticanti e decisori politici. La sfida è grande, ma il potenziale per un cambiamento significativo nell’educazione è evidente. La chiave potrebbe essere trovare un equilibrio tra le esigenze pratiche dell’istruzione e un approccio più umanistico e centrato sulla persona all’educazione.

IO
Equilibrio? Bella parola, ma fuorviante. c'è chi sostiene che buona parte di quelli che difendono l'umano sono per la priorità logica e concettuale dell'istruzione. E il loro punto di vista tenderebbe di conseguenza a prevalere. Di fatto, nella maggior parte dei casi l'attività della formazione scolastica agisce, sia nel bene sia nel male, stando dentro e anche producendo situazioni di squilibrio, per esempio nel rapporto tra l'area intesa come primaria, e l'altra intesa come secondaria. Il più giovane si trova così accusato di non avere basi di istruzione e il meno giovane di essere attratto e disorientato dalla cattiva educazione che verrebbe dal mondo esterno alla scuola. Come mettere in discussione questi presupposti e far accettare che la formazione avvenga anche sollecitando e gestendo, in sede didattica, situazioni e condizioni di effettivo squilibrio, soggettivo e intersoggettivo? L'uso dell'IA da parte di docenti e studenti può essere di aiuto o di ostacolo a questa presa di coscienza attiva?

COPILOT
La tua riflessione solleva un punto cruciale riguardo al ruolo dell’istruzione e dell’educazione nel contesto scolastico. La dicotomia tra istruzione e educazione è una questione complessa, e il concetto di equilibrio può sembrare fuorviante se interpretato come una semplice divisione equa tra le due. In realtà, l’equilibrio a cui si potrebbe aspirare non è statico ma dinamico, e richiede un continuo adattamento e rinegoziazione dei valori e delle priorità.
Per quanto riguarda il ruolo dell’intelligenza artificiale (IA) in questo contesto, l’IA può essere sia un aiuto che un ostacolo, a seconda di come viene implementata e utilizzata. L’IA ha il potenziale per personalizzare l’apprendimento, adattandosi alle esigenze individuali degli studenti e fornendo feedback immediato che può aiutare a gestire e sollecitare situazioni di squilibrio. Questo può incoraggiare gli studenti a diventare più consapevoli delle proprie capacità di apprendimento e a sviluppare strategie per affrontare le sfide.
D’altra parte, l’IA potrebbe anche accentuare le disuguaglianze esistenti se l’accesso e l’uso non sono equamente distribuiti tra gli studenti. Inoltre, se l’IA viene utilizzata principalmente per ottimizzare l’efficienza dell’insegnamento piuttosto che per arricchire l’esperienza educativa, potrebbe limitare le opportunità di apprendimento intersoggettivo e corporeo che sono cruciali per un’educazione olistica.

Ecco alcune considerazioni critiche sull’uso dell’IA in ambito educativo:

  • Come può l’IA essere utilizzata per supportare un apprendimento che valorizzi l’esperienza umana e relazionale?
  • Quali misure possono essere adottate per garantire che l’IA non esacerbi le disuguaglianze ma le riduca?
  • In che modo l’IA può essere integrata in modo che stimoli la riflessione critica e l’autocoscienza piuttosto che fornire solo risposte preconfezionate?

In conclusione, l’IA ha il potenziale per trasformare l’educazione, ma è fondamentale che il suo utilizzo sia guidato da una riflessione etica e pedagogica attenta, che tenga conto delle complesse dinamiche tra istruzione ed educazione e che miri a un vero equilibrio dinamico.

IO
Vabbè, cadi sempre in piedi. Ma la realtà, te l'assicuro, è molto più spigolosa e più affezionata ai dualismi, tipo giusto e sbagliato, individuale e sociale, educativo e istruttivo. In linea teorica che rapporto vedi fra questi tre dualismi e come si potrebbe farli saltare? Per costruire qualcosa va distrutto, no?


COPILOT
Hai ragione, la realtà è spesso più complessa e sfaccettata di quanto possano catturare i dualismi. I dualismi di giusto e sbagliato, individuale e sociale, educativo e istruttivo sono profondamente radicati nel nostro modo di pensare e agire, ma possono anche limitare la nostra comprensione e interazione con il mondo.

Giusto e sbagliato sono concetti che tendono a essere assoluti e immutabili, ma nella pratica, ciò che è considerato giusto in una cultura o contesto può essere visto come sbagliato in un altro. Questo dualismo può essere superato attraverso un approccio più relativistico e situazionale, che riconosce la molteplicità delle prospettive e la complessità delle situazioni etiche.

Individuale e sociale rappresentano due estremi dell’esistenza umana. Da un lato, valorizziamo l’autonomia e l’individualità; dall’altro, riconosciamo che gli esseri umani sono intrinsecamente sociali e che la nostra identità si forma attraverso le relazioni con gli altri. Superare questo dualismo significa riconoscere che l’individuo e la società sono interdipendenti e che il benessere di uno è legato al benessere dell’altro.

Educativo e istruttivo sono spesso contrapposti come se fossero incompatibili. Tuttavia, l’educazione non è solo l’acquisizione di conoscenze, ma anche lo sviluppo di competenze sociali, emotive e critiche. L’istruzione, d’altra parte, fornisce gli strumenti e le informazioni necessarie per navigare nel mondo. Superare questo dualismo potrebbe significare integrare questi due aspetti in un approccio educativo più completo che prepara gli individui non solo a sapere, ma anche a essere e a vivere in relazione con gli altri.

Per “far saltare” questi dualismi, potrebbe essere necessario sfidare le strutture esistenti e promuovere un pensiero critico che vada oltre le dicotomie. Questo non significa necessariamente distruggere, ma piuttosto ricostruire e riformulare le nostre concezioni in modi che riflettano meglio la complessità del mondo reale. Potrebbe comportare la creazione di nuovi modelli di pensiero e di azione che siano più flessibili, inclusivi e adattabili alle sfide contemporanee.

IO
Permettimi di essere drastico. Penso alle conseguenze pratiche, di didattica quotidiana, rispetto a quel che dici.. Per quanto riguarda il dualismo giusto/sbagliato si potrebbe ipotizzare di abolire i test, la cui ontologia è basata su questo. Per il dualismo individuale/sociale dovrebbe essere consentito e anzi promossa la collaborazione interindividuale. Per il dualismo educativo/istruttivo occorrerebbe ridimensionare le barriere concettuali e materiali tra sapere interno e sapere esterno alla scuola. Cosa resterebbe di quel che è oggi la scuola e dei suoi presupposti?

COPILOT
La tua proposta di affrontare drasticamente i dualismi nella didattica quotidiana potrebbe portare a trasformazioni significative nel sistema educativo. Ecco come potrebbero essere reinterpretati i presupposti della scuola:

  1. Abolizione dei test basati sul dualismo giusto/sbagliato: Questo potrebbe portare a una valutazione più formativa, incentrata sul progresso e sullo sviluppo continuo delle competenze degli studenti. La valutazione potrebbe diventare più qualitativa, con un’enfasi sul feedback costruttivo piuttosto che sui punteggi quantitativi.

  2. Promozione della collaborazione interindividuale: Superando il dualismo individuale/sociale, la scuola potrebbe diventare un luogo dove la collaborazione e il lavoro di gruppo sono la norma. Questo incoraggerebbe lo sviluppo di abilità sociali e di leadership, preparando gli studenti a lavorare in modo efficace in contesti comunitari e professionali.

  3. Ridimensionamento delle barriere tra sapere interno ed esterno alla scuola: Integrando il dualismo educativo/istruttivo, la scuola potrebbe aprirsi a una varietà di risorse e esperienze esterne, rendendo l’apprendimento più rilevante e applicabile al mondo reale. Ciò potrebbe includere progetti basati sulla comunità, stage, e l’uso di tecnologie e media per connettere gli studenti con esperti e professionisti.

Se queste trasformazioni fossero attuate, la scuola di domani potrebbe essere un luogo dove:

  • L’apprendimento è personalizzato e studente-centrico.
  • Le competenze sono valutate tanto quanto la conoscenza.
  • L’esperienza pratica e la riflessione critica sono integrate nell’istruzione.
  • Gli studenti sono preparati non solo per superare i test, ma per navigare e contribuire alla società in modi significativi.

Questi cambiamenti potrebbero richiedere un ripensamento radicale dei ruoli degli insegnanti, degli studenti e delle strutture educative stesse. Tuttavia, il potenziale per creare un sistema educativo più equo, inclusivo e efficace è un obiettivo degno di essere perseguito. La sfida sta nel trovare il modo di implementare queste idee in modo pratico e sostenibile.

IO
Il tuo ragionare è interessante ma, permettimi, anche interessato. Un buon uso dell'IA (ci si arriverà) permetterebbe di attuare quanto sostieni. Ma che fine farebbero, materialmente, gli attuali insegnanti? Non è che il mantenimento delle dicotomie natura/cultura, educazione/istruzione, individuo/collettività serve a (man)tenerli?

COPILOT
La tua domanda tocca un punto sensibile nel dibattito sull’integrazione dell’intelligenza artificiale (IA) nell’educazione. L’IA, se usata correttamente, ha il potenziale per trasformare l’educazione, ma solleva anche preoccupazioni legittime sul futuro del ruolo degli insegnanti.
Gli insegnanti sono fondamentali per il processo educativo, non solo come dispensatori di conoscenza, ma anche come mentori, facilitatori e modelli di ruolo. L’IA potrebbe assistere gli insegnanti, ma non sostituirli. Potrebbe liberarli da compiti ripetitivi e amministrativi, permettendo loro di concentrarsi maggiormente sull’aspetto umano dell’insegnamento, come il supporto emotivo e lo sviluppo delle competenze sociali degli studenti.
Per quanto riguarda le dicotomie che hai menzionato, esse possono effettivamente servire a mantenere lo status quo, inclusi i ruoli tradizionali degli insegnanti. Tuttavia, piuttosto che essere usate per “mantenere” gli insegnanti, queste dicotomie potrebbero essere viste come ostacoli che impediscono l’evoluzione del loro ruolo in risposta ai cambiamenti nella società e nella tecnologia.
Per superare queste dicotomie e abbracciare pienamente il potenziale dell’IA nell’educazione, potrebbe essere necessario:
  • Redefinire il ruolo dell’insegnante in un mondo dove l’IA è onnipresente.
  • Formare gli insegnanti per lavorare efficacemente con l’IA e integrarla nel curriculum.
  • Riconoscere e valorizzare il contributo unico che gli insegnanti umani portano all’educazione, che non può essere replicato dall’IA.

In conclusione, l’IA non dovrebbe essere vista come una minaccia agli insegnanti, ma come uno strumento che, se utilizzato saggiamente, può arricchire l’esperienza educativa per studenti e insegnanti. La sfida sarà garantire che l’IA sia implementata in modo etico e che supporti un’educazione che sia veramente inclusiva e umanistica.

IO
Ho capito, nel tuo animo prevale la fiducia in ciò che in ambito politico si lega alle prospettive del riformismo. Di fatto, almeno in Italia, nell'ambito scolastico tende a prevalere il massimalismo conservatore. Che discorso potrebbe fare un dirigente illuminato, che accettasse questa sfida e provvedesse, per far passare l'animo riformista, a minare i presupposti del massimalismo conservatore? Prova a formularlo, mettendoti nei panni di un dirigente di scuola secondaria di secondo grado impegnato a dare uguale dignità ideologica e materiale alla formazione tecnica e a quella umanistica e a fornire, in coerenza con questo, alcuni esempi di organizzazione e gestione dell'attività didattica quotidiana


COPILOT
Immaginando di essere un dirigente scolastico di una scuola secondaria di secondo grado in Italia, il discorso per promuovere un approccio riformista potrebbe essere il seguente:

"Cari insegnanti, studenti e personale amministrativo,
Oggi ci troviamo di fronte a una sfida che richiede coraggio e visione: quella di riformare la nostra scuola in modo che rispecchi i valori di un’istruzione moderna e inclusiva. Siamo chiamati a superare il massimalismo conservatore che ha dominato per troppo tempo il nostro sistema educativo, per abbracciare un approccio che valorizzi sia la formazione tecnica sia quella umanistica.

Uguale dignità ideologica e materiale: Questo significa che ogni studente, indipendentemente dal percorso di studi scelto, deve avere accesso alle stesse opportunità di apprendimento, alle stesse risorse e allo stesso sostegno. La formazione tecnica e quella umanistica non sono in competizione, ma si completano a vicenda, fornendo agli studenti una base solida su cui costruire il proprio futuro.

Esempi di organizzazione e gestione dell’attività didattica quotidiana:

  1. Progetti Interdisciplinari: Organizzeremo progetti che coinvolgano sia le discipline tecniche sia quelle umanistiche, permettendo agli studenti di vedere come le diverse aree di conoscenza si intersecano nella vita reale.

  2. Laboratori Pratici: Implementeremo laboratori pratici dove gli studenti potranno mettere in pratica le conoscenze acquisite, sia in ambito tecnico sia umanistico, per sviluppare competenze trasversali.

  3. Valutazione Continua: Passeremo da un sistema basato su test e esami a uno di valutazione continua, che tenga conto del progresso individuale e delle competenze acquisite, piuttosto che solo della memorizzazione di informazioni.

  4. Collaborazione con il Territorio: Stabilirò collaborazioni con aziende, università e istituzioni culturali per offrire agli studenti esperienze formative concrete e per mantenere il nostro curriculum aggiornato e rilevante.

  5. Formazione degli Insegnanti: Forniremo ai nostri insegnanti formazione continua per garantire che siano preparati a utilizzare metodologie didattiche innovative e a integrare l’uso dell’IA e delle nuove tecnologie in modo etico ed efficace.

In conclusione, il nostro obiettivo è creare un ambiente di apprendimento che sia dinamico, inclusivo e che prepari gli studenti non solo a superare gli esami, ma a diventare cittadini attivi e consapevoli in un mondo in rapida evoluzione. Questo è il nostro impegno, e con la vostra collaborazione, possiamo renderlo realtà.
Grazie per il vostro impegno e la vostra passione."
Questo discorso mira a ispirare un cambiamento positivo, riconoscendo il valore di entrambi i percorsi educativi e promuovendo un’istruzione che sia veramente completa e preparata per il futuro.

IO
Bravo, 7+

COPILOT
Grazie! Sono qui per aiutarti. Se hai altre domande o hai bisogno di ulteriori chiarimenti, non esitare a chiedere.
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