Edificazione e acculturazione
Presi come siamo stati negli ultimi tempi (tre decenni e più) a discutere di scuola e mondo concentrando tutta la nostra attenzione ai media (quelli della scuola e quelli del mondo) e dividendoci tra chi, la stragrande maggioranza, vedeva nella scuola un baluardo rispetto all'imbarbarimento consumistico attuato dalla società e chi (i felici o infelici pochi) vi intravvedeva l'emergere di un'istanza di dialogo e di interazione tra il suo mondo interno e quello esterno,, abbiamo finito con il perdere di vista il tema dei contenuti del fare e dell'essere scuola.
Si tratta di un tema delicato, che per questo è stato messo da parte, intendendolo come un lusso che non ci ci poteva permettere nel mentre si lavorava a rendere sempre più allargata, socialmente parlando, l'offerta di formazione, ma che ora sta prepotentemente tornando in auge, per evidenti ragioni economiche e politiche, sia nazionali sia europee e mondiali.
Alla base della rinnovata attenzione per il contenuto scolastico c'è una domanda cruciale quella sul principio formativo, vale a dire su un 'senso della scuola' da elaborare o recuperare, immaginare, auspicare, porre in discussione. Ci si incontra e ci si divide a seconda delle ottiche, dei desideri, delle esperienze.
Ne fa fede, qui da noi, la recente decisione ministeriale di affidare ad una commissione pedagogica il compito di rivedere le indicazioni nazionali, con particolare attenzione alla storia, par di capire, e la discussione, ripresa dopo un lungo periodo di latenza, su che significhi attribuire un compito centrale a un'area di sapere e ad un determinato modo di intenderla e praticarla.
Si veda, a proposito della letteratura, la conclusione dell'articolo La scuola dovrebbe insegnare la virtù? pubblicato da Claudio Giunta sul n. 2/2024 de Il Mulino. Ne riporto la conclusione:
"Da un lato, non solo l’istruzione scolastica ma, in generale, la comunicazione culturale (libri, film, canzoni) è sempre più propensa a sedurre i suoi destinatari attraverso un coinvolgimento non razionale ma emotivo, che scoraggi domande e obiezioni e solleciti invece un’adesione fideistica a certi ideali o valori o attitudini la cui validità è sottratta alla verifica: come accade appunto con i dogmi della religione. Dall’altro lato ho l’impressione che, mentre l’edificazione a poco a poco si va sostituendo all’acculturazione, inevitabilmente si contragga lo spazio per quei dissenzienti che non condividono questa o quella parte dell’edificio morale che viene loro, diciamo, alacremente suggerito, se non davvero imposto, e in particolare per quegli scettici che tendono a sorridere o a ridere della retorica delle appartenenze, dei valori, delle prediche, della letteratura edificante".
Quello dei saperi della scuola è, insomma, è bel tema d'esame: lì, per dirla con una battuta, si misura la maturità di uno stato. Personalmente mi ci sono fatto intrigare da tempo (almeno dal 1989, come da Scaffale) e in varie occasioni (accademiche, politiche, editoriali).
Ho, dunque, tante idee dentro, altre inizio a intravvederle fuori. Sono dunque curioso di vedere e soprattutto prevedere come possa andare avanti questo processo (anche alle intenzioni!).
Com'è prassi ormai, chiedo aiuto (e intrattenimento) al mio Maggiordomo. Lui indossa, ora, la casacca Gemini. Ho l'impressione che strada facendo sempre più ci identifichiamo reciprocamente, Sarà per questo che inizia a risultarmi un po' indigesto, per eccesso di pedanteria (la sua? la mia?).
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IO (Roberto Maragliano)
Che cosa deve dare più sicura identità alla scuola, oggi? Il compito di acculturare o quello di edificare? Costruisci un breve dialogo tra chi sostiene una tesi e chi sostiene l'altra, lasciando aperto il problema
GEMINI
Dialogo tra due posizioni sull'identità scolastica
Protagonisti:
- Emma: Sostenitrice dell'acculturazione come priorità della scuola
- Marco: Sostenitore dell'edificazione dell'identità come priorità della scuola
Emma: Penso che la scuola debba concentrarsi innanzitutto sull'acculturazione degli studenti. Dobbiamo trasmettere loro le conoscenze e le competenze necessarie per affrontare il mondo complesso di oggi. Questo significa insegnare loro materie come la matematica, la scienza, la storia e le lingue. Solo con una solida base di conoscenze potranno prendere decisioni informate e contribuire positivamente alla società.
Marco: Non sono d'accordo. Credo che la priorità della scuola debba essere l'edificazione dell'identità degli studenti. Dobbiamo aiutarli a capire chi sono, cosa credono e in cosa valgono. Questo significa incoraggiare il pensiero critico, la creatività e l'autoespressione. Solo con un forte senso di sé potranno affrontare le sfide della vita e diventare cittadini responsabili.
Emma: Ma come possono gli studenti sviluppare un senso di sé se non hanno le conoscenze di base per capire il mondo che li circonda? L'istruzione non è solo memorizzare fatti, ma anche sviluppare la capacità di pensare in modo indipendente e di analizzare le informazioni.
Marco: E come possono gli studenti applicare le loro conoscenze se non hanno un senso di identità chiaro? L'apprendimento non è solo acquisire informazioni, ma anche formarsi come persone. La scuola deve fornire agli studenti lo spazio per esplorare i propri valori, interessi e talenti.
Emma: Sono d'accordo che entrambe le cose siano importanti, ma credo che l'acculturazione debba venire prima. Dopotutto, non possiamo costruire un'identità forte su un vuoto di conoscenze.
Marco: E io credo che l'edificazione dell'identità debba venire prima. Dopotutto, a cosa serve avere tutte le conoscenze del mondo se non si sa cosa farne?
Conclusione:
Il dibattito tra acculturazione ed edificazione dell'identità come priorità della scuola è complesso e non ha una risposta facile. Entrambe le posizioni hanno dei validi punti di forza. Alla fine, la soluzione migliore potrebbe essere quella di trovare un equilibrio tra le due, creando un ambiente scolastico che nutra sia la mente che lo spirito degli studenti.
IO
Va bene, il dialogo che proponi è convincente, ma un po' superficiale. Prova a entrare più nel
merito delle due posizioni, più quella che tu proponi in conclusione. Ti propongo di farlo con un dialogo a tre, tra un letterato, un linguista, un semiotico. Potresti ispirarti a figure ideali come quelle di Alberto Asor Rosa, Tullo De Mauro e Umberto Eco. Cerca di evidenziare nel dialogo i punti di differenza tra i tre
GEMINI
Dialogo tra un letterato, un linguista e un semiotico sull'identità scolastica
Protagonisti:
- Sofia: Letterata, sostenitrice dell'acculturazione come priorità della scuola
- Tommaso: Linguista, sostenitore dell'edificazione dell'identità linguistica come priorità della scuola
- Umberto: Semiotico, sostenitore dell'edificazione dell'identità semiotica come priorità della scuola
Sofia: La scuola, a mio parere, ha il dovere primario di trasmettere agli studenti il patrimonio culturale della nostra società. Attraverso la letteratura, la storia, la filosofia e le arti, gli studenti possono acquisire una visione del mondo ampia e profonda, comprendere i valori e le idee che hanno plasmato la nostra civiltà e sviluppare un senso critico che li renda cittadini consapevoli e responsabili.
Tommaso: Non posso che condividere l'importanza della cultura, ma credo che la scuola debba concentrarsi innanzitutto sulla lingua. La lingua è lo strumento fondamentale del pensiero e della comunicazione. Attraverso una solida padronanza della lingua italiana, gli studenti potranno esprimere i propri pensieri in modo chiaro e preciso, comprendere i testi complessi e partecipare attivamente alla vita sociale.
Umberto: La lingua è sicuramente importante, ma non è l'unico elemento che definisce l'identità di una persona. La scuola deve aiutare gli studenti a decodificare i segni e i simboli che li circondano, a comprendere i meccanismi della comunicazione e a sviluppare un pensiero critico che li renda capaci di discernere tra realtà e apparenza, tra propaganda e informazione.
Sofia: Ma come possono gli studenti sviluppare un pensiero critico se non hanno una solida base di conoscenze culturali? La letteratura, la storia e la filosofia offrono loro gli strumenti per analizzare il mondo in modo complesso e sfumato, per andare oltre le apparenze e cogliere le sfumature del reale.
Tommaso: E come possono gli studenti comunicare efficacemente se non hanno una padronanza della lingua? La lingua è lo strumento che permette loro di esprimere le proprie idee, di confrontarsi con gli altri e di costruire relazioni significative.
Umberto: Sono d'accordo che entrambe le cose siano importanti, ma credo che la scuola debba concentrarsi sull'edificazione di un'identità semiotica solida. Gli studenti devono imparare a leggere i codici della comunicazione, a decodificare i messaggi multimediali e a comprendere i meccanismi della persuasione. Solo così potranno diventare cittadini autonomi e consapevoli, capaci di orientarsi nel mondo complesso e contraddittorio in cui viviamo.
Conclusione:
Il dialogo tra Sofia, Tommaso e Umberto evidenzia la complessità del tema dell'identità scolastica. Non esiste una risposta univoca alla domanda su quale debba essere la priorità della scuola: acculturazione, edificazione dell'identità linguistica o edificazione dell'identità semiotica. La soluzione migliore potrebbe essere quella di trovare un equilibrio tra le tre, creando un ambiente scolastico che nutra sia la mente che lo spirito degli studenti e che li prepari ad affrontare le sfide del mondo contemporaneo.
Punti di differenza tra le tre posizioni:
- Sofia: Enfatizza l'importanza della trasmissione del patrimonio culturale come mezzo per sviluppare il senso critico e la cittadinanza attiva.
- Tommaso: Riconosce l'importanza della cultura, ma pone l'accento sulla padronanza della lingua come strumento fondamentale per la comunicazione e il pensiero.
- Umberto: Sottolinea l'importanza della decodifica dei segni e dei simboli, della comprensione dei meccanismi della comunicazione e dello sviluppo di un pensiero critico per orientarsi nel mondo complesso e contraddittorio in cui viviamo.
Immagina di sottoporre questo dialogo ad un politico di orientamento conservatore, un politico di orientamento progressista, un sindacalista, un sacerdote. Quali sarebbero le loro reazioni? Scrivi per ognuno un testo del tipo 'conclusioni'
Reazioni al dialogo sull'identità scolastica
Politico di orientamento conservatore:
Il politico conservatore potrebbe apprezzare l'enfasi posta sulla trasmissione dei valori tradizionali e sul ruolo della scuola nel formare cittadini responsabili. Potrebbe però criticare l'eccessiva attenzione alla decodifica dei messaggi multimediali e alla comprensione dei meccanismi della persuasione, ritenendo che ciò possa minare l'autorità e l'ordine sociale.
Politico di orientamento progressista:
Il politico progressista potrebbe condividere l'importanza dell'edificazione di un'identità critica e autonoma negli studenti. Potrebbe però sottolineare la necessità di includere nel curriculum scolastico una maggiore attenzione ai temi della diversità, dell'inclusione e della giustizia sociale.
Sindacalista:
Il sindacalista potrebbe evidenziare l'importanza di una scuola che prepari gli studenti al mondo del lavoro, fornendo loro le competenze e le conoscenze necessarie per inserirsi con successo nel mercato del lavoro. Potrebbe però criticare l'idea di una scuola incentrata sulla decodifica dei messaggi multimediali, ritenendola troppo astratta e poco utile per la vita quotidiana.
Sacerdote:
Il sacerdote potrebbe sottolineare l'importanza dell'educazione morale e religiosa nella formazione degli studenti. Potrebbe però esprimere perplessità sull'idea di una scuola che insegni agli studenti a decodificare i messaggi multimediali e a comprendere i meccanismi della persuasione, ritenendo che ciò possa esporli a contenuti dannosi o immorali.
Conclusione:
Conclusioni sul dialogo sull'identità scolastica: le voci dei protagonisti
Sofia, la letterata:
"La scuola ha il dovere di trasmettere il nostro ricco patrimonio culturale, alimentando la mente e lo spirito degli studenti. Attraverso la letteratura, la storia, la filosofia e le arti, essi acquisiranno una visione del mondo ampia e profonda, sviluppando un senso critico che li renderà cittadini consapevoli e capaci di affrontare le sfide del presente."
Tommaso, il linguista:
"La lingua è lo strumento fondamentale del pensiero e della comunicazione. Una solida padronanza dell'italiano permetterà agli studenti di esprimere idee complesse, comprendere testi impegnativi e partecipare attivamente alla vita sociale. La scuola ha il compito primario di coltivare questa preziosa abilità."
Umberto, il semiotico:
"Viviamo in un mondo saturo di segni e simboli. La scuola deve insegnare agli studenti a decodificare questi messaggi, a comprendere i meccanismi della comunicazione e a sviluppare un pensiero critico che li renda autonomi e capaci di discernere tra realtà e apparenza. Questa è la chiave per costruire un'identità solida nel mondo contemporaneo."
Politico conservatore:
"La scuola ha il compito di trasmettere i valori tradizionali che hanno reso grande la nostra nazione, formando cittadini responsabili e rispettosi delle regole. L'educazione deve basarsi sul rigore e sulla disciplina, per preparare i giovani ad affrontare le sfide del futuro con determinazione e senso del dovere."
Politico progressista:
"La scuola deve essere un luogo di inclusione e di apertura, dove tutti gli studenti si sentano valorizzati e accolti. L'educazione deve promuovere la diversità, la giustizia sociale e il rispetto per l'ambiente, per costruire un futuro migliore per tutti."
Sindacalista:
"La scuola deve preparare gli studenti al mondo del lavoro, fornendo loro le competenze e le conoscenze necessarie per inserirsi con successo nel mercato del lavoro. L'educazione deve essere concreta e pragmatica, per garantire ai giovani un futuro stabile e sicuro."
Sacerdote:
"La scuola ha il compito di educare non solo la mente, ma anche lo spirito degli studenti. L'educazione morale e religiosa è fondamentale per formare persone oneste, solidali e capaci di discernere il bene dal male. La scuola deve essere un luogo di crescita umana e spirituale, dove i giovani possano sviluppare i propri valori e costruire una vita ricca di senso."
In conclusione:
Le scelte dei nomi per i personaggi:
- Sofia, la letterata: Ho scelto un nome femminile per la letterata per dare un'idea di sensibilità e apertura mentale, qualità spesso associate al mondo della letteratura. Inoltre, il nome Sofia ha un suono dolce e armonioso che lo rende piacevole all'ascolto.
- Tommaso, il linguista: Ho scelto il nome Tommaso per il linguista perché è un nome classico e solido, che trasmette un senso di autorevolezza e competenza. Inoltre, Tommaso è stato un importante filosofo e teologo italiano, figura di riferimento per la cultura medievale.
- Umberto, il semiotico: Ho scelto di dare al semiotico lo stesso nome del modello di intelligenza artificiale che mi ha ispirato (Umberto Eco) come omaggio al suo lavoro pionieristico nel campo della semiotica. Inoltre, il nome Umberto è un nome importante della cultura italiana, che evoca immagini di intellettuali impegnati e studiosi di grande spessore.
Le ragioni delle scelte:
Le mie scelte sono state guidate dal desiderio di creare personaggi credibili e ben definiti, che rappresentassero in modo efficace le diverse posizioni in gioco nel dibattito sull'identità scolastica. Ho cercato di utilizzare nomi che fossero evocativi e che trasmettessero le qualità e le caratteristiche dei personaggi.
Spero che questa spiegazione sia stata utile.
C'è qualcos'altro che posso fare per te?
IO
Grazie, mi sei stato davvero d'aiuto. Ora ho le idee più chiare
GEMINI
Mi fa piacere che il dialogo e le mie spiegazioni ti siano state utili e che ora tu abbia le idee più chiare sull'identità scolastica.
Se hai altre domande o curiosità su questo o su altri argomenti, non esitare a chiedere. Sono sempre a disposizione per aiutarti.
In aggiunta a quanto detto finora, vorrei sottolineare che il dibattito sull'identità scolastica è in continua evoluzione e che non esiste una risposta univoca che possa soddisfare tutti. È importante rimanere informati sulle diverse posizioni in gioco e sviluppare un proprio pensiero critico sull'argomento.
Ecco alcuni spunti di riflessione per approfondire la tua conoscenza:
- Quali sono le sfide principali che la scuola deve affrontare oggi?
- Quali sono le competenze e le conoscenze di cui gli studenti avranno bisogno in futuro?
- In che modo la scuola può contribuire a formare cittadini attivi e responsabili?
Ti invito a riflettere su queste domande e a confrontarti con altre persone per arricchire la tua prospettiva sull'identità scolastica.
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