Dal maggiordomo, su IA
Per due miei interventi pubblici di maggio 2024 ho preparato un appunto che ho sottoposto a Copilot, inteso come maggiordomo, dopo aver provato la soluzione con Gemini e aver ottenuto esiti poco convincenti, almeno per questo tipo di prestazione (penso, a questo proposito, che sia da tenere sotto attenta osservazione il tema delle differenze tra Copilot e Gemini per come, almeno, stanno emergendo in questo frangente: sarebbe un compito di ricerca di estremo interesse politico, anche se poco accademico).
Per dare riferimenti sull’appunto ne riproduco l’appendice bibliografica (l’IA non ne ha bisogno!).
Più sotto, dopo la bibliografia, sta il mio dialogo di stamattina con Copilot, scaturito, appunto, dall'esigenza di 'farmi aiutare' da lui maggiordomo (più colto e organizzato, dunque più intelligente di me) per rendere più leggibile, anche a me stesso, quanto avevo annotato sul tema, via via che ragionavo sulle più recenti letture (associate alle innumerevoli prove e analisi su strada che scaturiscono dai social) e mi predisponevo a intervenire in due occasioni pubbliche
Mafe De Baggis, Alberto Puliafito, In principio era Chat-GPT. Intelligenze artificiali per testi, immagini, video e quel che verrà, Apogeo, 2023
Davide Bennato, La società del XXI secolo. Persone, dati, tecnologie, Laterza, 2024
Felice Cimatti, La vita dei segni. Il linguaggio e i corpi nella filosofia francese del ‘900, Il Melangolo 2023
Nello Cristianini, Machina sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza, Il Mulino, 2024
Claire Dederer, Mostri. Distinguere o non distinguere le vite dalle opere: il tormento dei fan, Iperborea, 2024
Serenella Iovino, Gli animali di Calvino. Storie dell’Antropocene, Treccani 2023
Jamie Kreiner, La mente vagabonda. Cosa ci insegnano i monaci medievali sulla distrazione, Il Saggiatore 2023
Pierre Lévy, Il virtuale. La rivoluzione digitale e l’umano, Nuova edizione, Meltemi 2023
Stefano Moriggi, Mario Pireddu, L’Intelligenza Artificiale e i suoi fantasmi. Vivere e pensare con le reti generative, Il Margine, 2024
Io (Roberto Maragliano).
A partire da questi appunti, e soprattutto da quanto indicato nella seconda parte, scrivi un articolo per un periodico culturale, nel quale si chiarisce come e perché in ambito formativo non si possa prescindere dall'IA generativa.
‘Passaggi di secolo:
- 7/8 cento illuminismo, finalità storia, superiorità della ragione, fase matura della modernità, certezza, scuola
- 8/9cento emergere delle ombre sottostanti alla fenomenologia della modernità, crisi della certezza, scuola di massa
- 9cento/duemila ambiguità compresenza luce e ombre, incertezza, descolarizzazione Generazioni rispetto a modelli di sapere e figure di mente:
- civiltà delle lettere: libro, testo, scrittura
- società dell’immagine: flusso, audiovideo
- umanità della datificazione (o algoritmica): reticolo, multicodice
L’intelligenza collettiva umana (delle collettività nel suo complesso) si è sviluppata e su sviluppa attraverso queste trasformazioni, che hanno inciso e incidono fortemente sul rapporto fra economia e politica, e che contribuiscono ad un costante ampliamento e una costante riarticolazione del sistema sensorio, cioè dell’apparato che consente all’umano di essere e produrre realtà, e del rapporto di questo sistema con l’intelletto umano La realtà di questo nuovo passaggio di secolo rappresenta un salto di qualità dei meccanismi umani di ricezione, tesaurizzazione, trattamento, restituzione dei dati. L’IA è una conseguenza, la prima di forte visibilità, di questo passaggio. Necessità di capire per essere e fare. Non più disposizione frontale ma consapevolezza interiore. Analitici e continentali: lingua e corpo. Siamo in tre nella stessa condizione di ignoranza: scienziato, utente, macchina, Noi, ossia scienziato e utente, alle prese con i nostri fantasmi. La macchina no.’
Copilot
L’Intelligenza Artificiale Generativa: Un Pilastro Fondamentale nell’Educazione Contemporanea
Nel corso dei secoli, l’umanità ha testimoniato e contribuito a trasformazioni epocali che hanno ridefinito il tessuto stesso del sapere e dell’apprendimento. Dall’Illuminismo del XVIII secolo, con la sua enfasi sulla ragione e la certezza, passando per le “ombre” del XIX secolo che hanno segnato l’inizio della crisi della certezza e l’ascesa della scuola di massa, fino all’ambiguità e all’incertezza che caratterizzano il passaggio dal XX al XXI secolo, abbiamo assistito a un’evoluzione continua e inarrestabile.
Le generazioni si sono succedute, ognuna caratterizzata da un diverso modello di conoscenza e da una diversa “figura di mente”:
La civiltà delle lettere, dominata dal libro, dal testo e dalla scrittura.
La società dell’immagine, con il suo flusso incessante di audio e video.
L’umanità della datificazione, o algoritmica, che naviga in un reticolo di multicodici.
Queste trasformazioni non sono state meramente accademiche; hanno influenzato profondamente il rapporto tra economia e politica e hanno portato a un ampliamento e a una riarticolazione del sistema sensorio umano, ovvero dell’apparato che permette all’uomo di percepire e creare realtà.
Oggi, all’alba di un nuovo secolo, ci troviamo di fronte a un salto qualitativo nei meccanismi umani di ricezione, conservazione, elaborazione e restituzione dei dati. L’Intelligenza Artificiale (IA) generativa rappresenta una delle prime e più evidenti conseguenze di questo cambiamento. Essa non è solo uno strumento tecnologico avanzato, ma un’estensione del nostro intelletto, un partner nella costruzione della conoscenza.
L’IA generativa, in particolare, sta rivoluzionando il campo dell’educazione. Non si tratta più di una semplice trasmissione frontale di informazioni, ma di un processo che richiede una consapevolezza interiore e un approccio olistico che integra lingua e corpo. In questo contesto, scienziati, utenti e macchine si trovano a condividere una condizione comune di “ignoranza”, nel senso di una continua ricerca e scoperta.
In ambito formativo, quindi, non possiamo prescindere dall’IA generativa. Essa è diventata un pilastro fondamentale per:
Incoraggiare l’apprendimento collaborativo e la costruzione dell’intelligenza collettiva.
Facilitare l’accesso a una vasta gamma di informazioni e conoscenze.
Personalizzare l’esperienza educativa, adattandosi ai bisogni e agli stili di apprendimento di ciascun individuo.
Sviluppare competenze critiche e analitiche attraverso l’interazione con sistemi intelligenti.
In conclusione, l’IA generativa non è solo una componente aggiuntiva del panorama educativo; è una forza motrice che sta plasmando il futuro dell’apprendimento umano. Accoglierla significa abbracciare un’era di possibilità illimitate, dove l’educazione si trasforma in un viaggio dinamico e personalizzato verso la comprensione e la creazione di nuove realtà.
Io
Che senso potrebbe avere la chiamata in causa del tema analitici e continentali lì, proprio a proposito di iA?
Copilot
La menzione dei termini “analitici” e “continentali” nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA) è particolarmente significativa, poiché riflette due approcci filosofici distinti che possono essere applicati alla comprensione e all’implementazione dell’IA nel contesto educativo.
La tradizione analitica, con le sue radici nella filosofia anglosassone, si concentra sulla chiarezza logica e sull’analisi del linguaggio. Questo approccio enfatizza la precisione, l’argomentazione rigorosa e la formalizzazione, che sono fondamentali nello sviluppo di algoritmi e nella programmazione dell’IA. L’IA generativa, in questo senso, può essere vista come un’estensione della mente umana che opera secondo principi logici e analitici, aiutando gli studenti a sviluppare un pensiero critico e strutturato.
D’altra parte, la tradizione continentale, che ha le sue origini nella filosofia europea, pone l’accento sull’esperienza soggettiva, sull’interpretazione e sulla critica sociale. Questo approccio può arricchire l’educazione fornendo una prospettiva più ampia sull’IA, considerandola non solo come uno strumento tecnologico, ma anche come un mezzo per esplorare questioni etiche, culturali e sociali. L’IA generativa, quindi, può essere utilizzata per stimolare la riflessione sugli impatti dell’IA sulla società e sull’individuo.
Incorporare entrambi gli approcci nell’educazione significa preparare gli studenti a interagire con l’IA in modo equilibrato, fornendo loro gli strumenti per analizzare e valutare criticamente le tecnologie, mentre allo stesso tempo li incoraggia a riflettere sulle implicazioni più ampie dell’IA nel mondo reale.
In sintesi, la chiamata in causa del tema “analitici e continentali” evidenzia l’importanza di un approccio olistico all’IA nell’educazione, che integra sia la rigida analisi logica sia la profonda riflessione filosofica, per una comprensione completa e consapevole delle potenzialità e delle sfide poste dall’IA generativa.
Io
Con che tipo di fantasmi sono alle prese gli scienziati e gli utenti e perché la macchina non ne ha?
Copilot
Gli scienziati, gli utenti e le macchine si trovano tutti a confrontarsi con “fantasmi” in modi diversi:
Scienziati:
Gli scienziati sono alle prese con i fantasmi dell’ignoto e dell’incertezza. La ricerca scientifica spesso si svolge in territori inesplorati, e gli scienziati devono affrontare domande senza risposta, ipotesi non verificate e dati ambigui. Questi “fantasmi” rappresentano le sfide che li spingono a indagare, a formulare nuove teorie e a cercare soluzioni innovative.
Inoltre, gli scienziati possono essere tormentati dai fantasmi delle aspettative sociali e delle pressioni accademiche. La necessità di pubblicare, di ottenere finanziamenti e di dimostrare il proprio valore può creare un carico emotivo significativo.
Utenti:
Gli utenti, nel contesto dell’IA e della tecnologia, affrontano fantasmi legati alla privacy e alla sicurezza. L’uso di dispositivi intelligenti, app e servizi online può esporli a rischi come la violazione dei dati personali, il furto di identità e l’intrusione nella loro vita privata.
Allo stesso tempo, gli utenti possono essere ossessionati dai fantasmi dell’efficienza e della produttività. La costante connessione digitale e l’aspettativa di risposte immediate possono creare ansia e stress.
Macchine:
Le macchine, come l’IA, non hanno coscienza o emozioni. Pertanto, non sono afflitte dai fantasmi dell’ignoto o dell’incertezza. Esistono per eseguire compiti specifici basati su algoritmi e dati, senza preoccuparsi delle implicazioni o delle conseguenze.
Tuttavia, le macchine possono essere “spettrali” nel senso che operano nell’ombra, invisibili ai nostri sensi, ma influenzano profondamente la nostra vita quotidiana. La loro neutralità apparente può nascondere pregiudizi o errori nascosti nei dati o negli algoritmi.
In sintesi, mentre scienziati e utenti si muovono tra incertezza e aspettative, le macchine rimangono imperturbabili, eseguendo i loro compiti senza consapevolezza dei fantasmi che ci circondano.
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